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      Rimessosi in equilibrio, gli occhi di Carlo errarono liberamente innanzi a lui, e fu questa, credo, la prima volta che egli trovasse l'utilità dal sanctus... e tanto ne andò entusiastato che dal suo labbro escì un'esclamazione d'una cattolicità stupenda, ma gli era felice, era innamorato! ed ai felici ed agli innamorati sono permesse molte cose.
      Adelia, che tale era il nome della giovinetta, erasi pure inginocchiata accanto alla madre, ed egli potè a tutto suo agio contemplarla per qualche istante; ella alzò il capo al leggiero mormorio che si svolse d'intorno a lei per quel piccolo evento, i loro sguardi s'incontrarono, il raggio eloquente della pupilla, rivelando l'arcano del cuore, informa il labbro d'un soave sorriso... le gote della fanciulla si tingono di quel colore che accenna alla ardente fiamma della giovine sua anima... Povero fiore avido di luce e di rugiada... schiusi appena i suoi petali olezzanti suggeva sereno ed incurante l'anelito della vita, come fanciullo sul lido ghiajoso di ripido fiume scherza e folleggia finchè sotto gli manca il terreno e la corrente lo trascina nei suoi vortici!... Ma perchè avrebbe ella dovuto stringere entro una morsa di ferro i giovani battiti del suo cuore?... perchè il dubbio... questo aspide che s'avviticchia al verde tronco della vita e ne sugge tutto il miele, gli avrebbe dovuto tingere l'aurora dei foschi colori del tramonto?... Ridi e folleggia, ridi e folleggia o fanciulla, finchè ha un sorriso il tuo vergine cuore!... ama e canta come la rondine che dal trave ospitale saluta il diletto suo nido.


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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867 pagine 26

   





Carlo