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      ... come gli offerisse tutto sè stesso. L'indomani mattina Carlo batteva alla porta della sua casa, saliva con qualche trepidazione le scale... suonò, una fantesca venne ad aprigli.
      «C'è il signor Enrico, domandò egli con voce un po' tremante, e con aria un po' imbarazzata.
      Una gioconda voce gli rispose dalla soglia d'una vicina camera....
      «Oh l'amico Carlo!... esclama Enrico incontrandolo.
      «Mio caro Enrico.... mantengo la mia promessa.
      Enrico l'accompagna da un piccolo ma elegante salotto di ricevimento, ad un'altra saletta da lavoro, ove la madre stava allestendo quei tanti nonnulla che occupano tutta la vita della donna di famiglia.
      «Madre mia, ti presento il signor Carlo N... mio amico, ottimo giovane della cui conoscenza mi chiamo molto fortunato!... la madre d'Enrico si alzò contraccambiando i suoi complimenti a cui Carlo rispose dal canto suo con una modestia che colmò d'ammirazione la buona donna. Da una vicina stanzetta, forse dal nido della innocente colomba che alliettava del suo sorriso quel soave albergo della pace, s'intese un lieve rumore. All'orecchio di Carlo non sfuggì un grido soffocato che suonò dietro le candide cortine che ne ornavano la porta.... tantosto un volto pallido e sovrumanamente bello, perchè animato dalle mille sensazioni che svolgevansi nella sua anima, si mostrò tra la fenditura della tenda.
      «Mia sorella.... disse Enrico, volgendosi a Carlo....
      Carlo fisso su quell'angelica apparizione, appena seppe trovar parole che ravviluppassero agli occhi di tutti il segreto del suo cuore.


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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867 pagine 26

   





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