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      Voi lo sapete, un termine perentorio era stato fissato preventivamente, ma la convenzione portava che l'armistizio potesse essere prolungato.
      Secondo me, questo prolungamento deve essere il più breve possibile. Noi non dobbiamo perdere un minuto. Noi non dobbiamo dimenticare le nostre sventurate popolazioni calpestate dal nemico senza che sia possibile, malgrado i nostri sforzi, di migliorare la loro situazione come noi l'avremmo voluto. Siate certi che le loro lagrime, i loro sacrifizi pesano gravemente, non dirò sulla mia coscienza, poichè dinanzi a Dio io ne sono innocente, ma sulla mia responsabilità, ed io non ho altra fretta che di giungere al termine di queste miserie.
      Voi ci aiuterete a giungervi, io ne sono convinto, e posso, lo so, contare anticipatamente sul vostro concorso. Io dirò a coloro con cui io tratto, che è voto dell'assemblea francese che ci sia accordata una dilazione breve, ma sufficiente, perchè voi possiate, con maturità e cognizione di causa, decidere i destini del paese» (Vivi applausi).
      Così termina Favre il suo discorso salutato da lunghe acclamazioni.
      Dopo di lui prende la parola il presidente annunciando che molti rappresentanti non han potuto ancora rendersi al loro posto; egli invita l'assemblea a riunirsi nei suoi uffici per affrettare la verificazione dei poteri, affinchè gli sia possibile domani o domani l'altro formare un governo della difesa nazionale.
      In questo momento Garibaldi, che si trovava accanto al deputato Esquiros, si toglie il cappello di feltro grigio, si alza e domanda la parola.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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