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      La curiosità è al colmo nella sala. Lo stupore e l'imbarazzo si manifestano nella Camera di cui tutti i membri sono in piedi.
      Molti deputati allora cominciano a far grida e rumore per impedire a Garibaldi di parlare.
      Numerose voci si fanno intendere. In mezzo al tumulto si distinguono le seguenti:
      - Voi insultate la maggioranza dell'assemblea, grida un deputato verso Garibaldi.
      La seduta è levata!
      In mezzo a quel tumulto Garibaldi se ne rimane in piedi silenzioso, impassibile, sebbene molti de' suoi colleghi gli facciano segno di sedersi.
      Il deputato Esquiros esclama con voce sdegnosa:
      - Un'assemblea francese non può rifiutare la parola a Garibaldi. Il vostro dovere è di ascoltarlo.
      - Parlate! Gridano alcune voci dalle tribune.
      Un giovane delegato del comitato di Marsiglia, che ha spesso preso la parola nelle riunioni pubbliche, e che si trova in uno dei primi palchi del centro, interpella l'assemblea con voce tuonante accompagnata da gesti di indignazione:
      - Assemblea dello smembramento nazionale! Assemblea rurale! Voi soffocate la voce dei patrioti! È un'infamia.
      Improvvisamente parte delle tribune alza il grido di: Viva Garibaldi.
      - Egli parlerà! Noi vogliamo ch'egli parli! gridano alcuni spettatori in abito di guardie nazionali, i quali trovano immediatamente una viva approvazione nel pubblico.
      Uno spettatore prende la parola, e in una improvvisazione violenta accusa la nuova assemblea di «tradire il popolo, di essere un'onta per la Francia!» si intendono ad ogni istante le parole «traditori, vigliacchi» che sono come una sfida ai rappresentanti.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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