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      Aggradite il nostro cordiale e fraterno saluto.
      I membri del Governo:
      JULES SIMON - EMANN. ARAGO - EUGÈNE PELLETAN - GARNIER-PAGES.
      Il ministro della guerraGenerale LE FLO».
      Giuseppe Garibaldi lasciava la Francia e portava con sè memorie dilette e delusioni.
      Ma ciò che egli non presentiva in tutta la sua orrenda realtà, era il disordine in cui i suoi uomini erano per ripiombarla... Era la lotta fratricida che stava per dilaniare quell'infelice paese dove al clericalismo monarchico che vomitò il suo odio contro lo stesso generale in mille modi, stava per gettare nei partigiani della repubblica, il seme del sospetto della diffidenza per poter schierarsi poi gli uni contro gli altri in una di quelle orrende battaglie di cui la storia registrerà le pagine nefande.
      Le ultime parole del prode generale furono un commovente commiato dai suoi soldati.
     
     
     
     
     
      «Prodi dell'armata dei Vosgi.... scriveva egli il
      13 febbraio da Bordeaux,
      Io vi lascio, miei bravi!... vi lascio con infinita pena e forzato a questa separazione da circostanze imperiose.
      Ritornando ai vostri focolari, raccontate alle vostre famiglie, i lavori, le fatiche, i combattimenti che insieme abbiamo sostenuto per la santa causa della repubblica.
      Dite loro sopratutto che aveste un capo che vi amava come i proprii suoi figli e che andava superbo della vostra bravura.
      Ci rivedremo in migliori circostanze.
      GARIBALDI.»
      Il tranquillo scoglio di Caprera accoglie l'illustre campione cosmopolita della libertà. Egli è là, ed il mare che lambisce colle sue onde spumeggianti le rocche solitarie, gli mormora all'orecchio parole d'addio, lontani ricordi!


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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