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      «VITTOR HUGO: La sua spada, e questa spada aveva già liberato un popolo... (Esclamazioni) e questa spada poteva salvarne un altro. Così egli ha creduto! è venuto, ha combattuto.
      «A destra: No! No!
      «IL VISCONTE DI LORGERIL: Non furono che reclames. Egli non ha mai combattuto.
      «VITTOR HUGO: Le interruzioni non m'impediranno di esprimere le mie opinioni. Egli ha combattuto... (Nuove interruzioni).
      «Molte voci a destra: No! No!
      «A sinistra: Sì! Sì!
      «VISCONTE DI LORGERIL. Ha fatto le mostre.
      «Un membro a destra: Comunque sia, non ha vinto.
      «VITTOR HUGO. Io non voglio offendere alcuno in questa assemblea, ma dirò che egli è il solo, dei generali che hanno combattuto per la Francia, il solo che non sia stato vinto. (Reclami rumorosi a destra. Applausi a sinistra).»
      Il tumulto durò molto tempo. «All'ordine!» gridavano molti. «Garibaldi è una comparsa da melodramma,» gridò il reazionario e clericale visconte di Lorgeril «Non fu vinto perchè non combattè». Ed il signor Richier: «Un francese non può ascoltare parole simili a quelle che furono pronunziate dal signor Hugo». - Il generale Ducrot protestava clamorosamente da un palco di prim'ordine. Finalmente, quando la calma fu ristabilita, Vittor Hugo annunziò che, non riuscendo a farsi ascoltare, dava la dimissione, e sceso dalla tribuna scrisse la sua lettera di dimissione sul banco degli stenografi. Invano il presidente tentò di dissuaderlo. «No, no, diss'egli con insistenza, non rientrerò mai in questa assemblea» ed uscì dalla sala.
      Ecco qual'era l'assemblea francese da cui la Francia doveva sperare una tregua ai tanti mali sofferti.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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