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      Non mica ch'io sia in favore della centralizzazione portata agli estremi. - Lungi da ciò. Io considero che la Comune rappresenta l'idea d'unità non meno veramente, che lo Stato, sebbene sott'altro aspetto. Lo Stato corrisponde al principio di nazionalità; la Comune corrisponde al principio d'associazione; se lo Stato è l'edifizio, la Comune ne compone le fondamenta. Ora dalla solidità delle fondamenta dipende quella dell'edifizio.
      Da ciò segue che riconoscendo il diritto della Comune di governare se stessa, d'eleggere i suoi magistrati, principiando dal Maire, di controllare i loro fatti, di provvedere in una parola a tutto ciò che costituisce la sua propria esistenza, per tutto ciò che la sua autonomia realizza, la causa dell'unione nazionale è realmente servita.
      Ma come è necessario che le municipalità sieno libere nei loro movimenti - in tutto ciò che specialmente le riguarda - così pure è necessario che il legame che le unisce una all'altra e le attacca ad un centro comune sia stretto vigorosamente. Come il decentramento è necessario in tutto ciò che riguarda interessi locali, così sarebbe pericoloso se esteso a interessi generali. Soffocamento, no; unione sì. Di certo nessuno negherà che è di buon senso l'attribuire - ciò che è personale all'individuo; ciò che è comunale alla Comune; ciò che è nazionale alla nazione.
      La difficoltà sarebbe di segnare una linea di distinzione bene definita, fra queste diverse classi d'interessi, se i mezzi di distinguere l'una dall'altra non fossero quasi sempre forniti dalla stessa natura delle cose, ed inerente nelle leggi dell'evidenza.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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