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      Sotto qualunque circostanza ciò è materia di libera ricerca e libera discussione. Ma ahimè! quanto lontano sembra ancora il giorno in cui quella massima che l'accumulare dei sofismi ha resa sì oscura diverrà un assioma - «la forza non fonda nulla perchè nulla stabilisce!»
      Di fatti cosa ha luogo? Tuona il cannone; l'abisso s'apre: ammazziamo; moriamo; e tale è la fatalità della situazione, che quelli entro l'assemblea e quelli di fuori che darebbero la loro vita per vedere questo sanguinoso problema sciolto in modo pacifico, sono condannati alla tortura d'essere incapaci di fare un solo atto, di emettere un grido, di dire una parola, senza correre il rischio di provocare manifestazioni contrarie all'oggetto che si propongono, e senza esporsi in questo modo ad irritare la malattia, o avvelenare la piaga. Fuvvi mai miseria come questa? E quando il ritorno a pace civile dipende per un lato, dalla ricognizione formale della sovranità del popolo, che è il suffragio universale che lo esprimerà in modo più intelligente, in proporzione che l'organizzazione viene ammigliorata, e per l'altro lato sulla consacrazione senza rancore di tutto ciò che costituisce libertà municipale, è concepibile che invece di cercare una via d'uscita da tanti mali, in una politica di pacificazione, di conciliazione e d'obblio, i francesi continuino a tagliarsi l'un l'altro la gola, sotto gli occhi del nemico, che le nostre discordie rinforzano, e sotto quelli del mondo che scandalizzano? Oh! guerra civile, inoculata sì fatalmente sopra guerra straniera!


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143