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      Con pertinacia felina quei soldati erano rimasti tre ore in imboscata, prima di lanciarsi sopra la condannata guarnigione. Fra le 11 e le 12 di notte la loro prima colonna s'avanzò. Quando essi si avvicinarono, una sentinella che faceva guardia fuori della stazione diede la solita chiamata: Qui vive? Uno dei cacciatori che si trovava nelle linee più avanzate della colonna rispose: «22° battaglione della guardia nazionale». Il soldato di sentinella cadde nella trappola e permise alla colonna di venir avanti. Egli venne tosto spacciato e la stazione circondata e presa.
      I cacciatori trovarono, al loro entrare, due battaglioni di guardie nazionali ed una compagnia di franchi-tiratori. Circa la terza parte degli insorti erano immersi in un profondo sonno quando il massacro incominciò.
      Essi balzarono in piedi e si rannodarono per fare una resistenza, che necessariamente fu molto debole, poichè ben pochi degli insorti avevano in pronto i loro fucili.
      Quanto sia stata lieve tale resistenza, può venir giudicato dal fatto che il numero dei soldati di Versaglia feriti e morti, non fu che di cinque. Assai più di 100 guardie nazionali vennero uccise sul posto. Al resto riescì d'uscir fuori e si diressero, correndo, al forte di Issy ed a quello di Vanves. I soldati li inseguirono tirando su di essi e le guarnigioni dei forti, vedendo gli spari della moschetteria e sospettando un assalto, cominciarono una fucilata micidiale dai bastioni. Così esposti, in campo aperto, ad un fuoco terribile d'amici e nemici, gli sfortunati fuggiaschi caddero in tal numero da coprire un lungo tratto di terreno di morti e feriti, al di fuori della stazione.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





Versaglia Issy Vanves