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      Esso rimase completamente distrutto.
      La facciata del Ministero degli esteri fu rovinata in tal modo che si dovrà ricostruire. La piazza della Concordia presentava il più triste aspetto.
      Macerie in quantità enorme coprivano il suolo.
      Vi sono centinaia di carra di pietre e di materiale di fabbrica. La statua dell'imperatore è col dorso fortemente incastrata nel suolo. Il bronzo della colonna è rotto in mille pezzi, nel Châtelet furono rinchiusi numerosi prigionieri che hanno la libertà di passeggiare sul balcone e che di là possono contemplare la loro opera di distruzione.
      La notizia dell'incendio del palazzo degli archivi era falsa. Sono per altro abbrucciati gli Archivi della Corte dei Conti. Arso l'Hôtel de Ville. Non esistono più i documenti dello stato civile di tutti gli abitanti della capitale.
      Gli uomini della Comune destinati a dar fuoco agli edifizii, coll'aiuto di una pompa o con larghi pennelli, coprivano di petrolio i monumenti condannati alle fiamme e le case vicine; venivano in seguito altri colle torcie ad appiccare il fuoco. In un momento, le fiamme, salendo lungo i muri, s'appiccavano al legno, penetravano nell'interno propagandosi dappertutto con istraordinaria velocità. E, come ciò non bastasse, giungevano dall'alto gli obici, le palle di cannone, palle piene di petrolio.
      I grandi depositi di alcool e di petrolio destinati al consumo della città fornivano abbondanti munizioni agli incendiari.
      Quel po' di luce che si potè avere da quello spaventoso abisso che travolse con sè uomini e cose in quella ecatombe in cui si seppelliva un'idea colla disperazione del cuore.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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