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      Erano le 9 circa.
      Cosa era ivi avvenuto?... quanti eroismi compiuti!... quanti martiri caduti!...
      Cosa avvenisse dentro non so, ed alcuno nol saprà per un pezzo. Certo però che, avanti di lasciare il posto per le vie sotterranee che esistono sotto l'Hôtel de Ville e per le vie più sicure delle cloache ed andare a sboccare Dio sa dove, i federali misero il fuoco in più punti. Avevano bisogno di tempo onde fuggire per anditi sì angusti ed oscuri, e l'incendio solo poteva accordarlo loro. La ritirata fu mascherata da una cortina di tiragliatori, che fecero credere, per un'ora almeno, all'esistenza di una grande forza nella piazza. E questi - una cinquantina - trovati ultimi sul sito della battaglia, furono all'istante passati per le armi.
      Alle nove e mezzo si dette l'assalto, passando in un vortice di fiamme e di fuoco che irrompeva dalle finestre. Non si aveva più a combattere con gli uomini. Non si poteva più salvar nulla; Hôtel de Ville, caserma Lobeau, case circostanti, tutto formava un vulcano che atterriva Parigi, coverto di un cielo di fuoco.
      La notte era nuvolosa; un vento malfattore si era levato. Le fiamme che lambivano un edifizio attiravano quelle dell'edifizio di prospetto e formavano qui come un ponte rovente, là come un cratere, altrove come un sipario di fumo frastagliato da lingue di fulmini... Ed in mezzo a quell'inferno scatenato dagli spiriti dell'abisso, centinaia e centinaia di creature innocenti perivano asfissiate nelle cantine o abbrustolite negli appartamenti.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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