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      - Qualche volta riesce un po' duro di pagare la taglia; - notò il Maso, che si rodeva da un pezzo di non poter dire la sua.
      - Che c'entri tu, mascalzone? Ti paion cose da dirsi, coteste? Eh, mastro Bernardo, - soggiunse l'altro, stringendosi nelle spalle, - non vi lagnate voi qualche volta, e non avete detto ancora l'altro dì....
      - Che tu se' un pendaglio da forca o ch'io vo' lardellarti la lingua, per farne vivanda regalata al diavolo, tuo padrone. Va via, e vedi se la Rosa ha in pronto la frittata. Perdonate, magnifici messeri! Quel tristanzuolo mi ha fatto perdere la tramontana, colle sue invenzioni. Non dico che qualche volta.... Sicuro, i tempi son grami e le riprese scarse; ma io ho sempre pagato volentieri la taglia, la decima, e tutte l'altre gravezze.... perchè, già, il castello e la chiesa non son mica fatti d'aria, e di qualcosa hanno pure a campare.
      - Sta di buon animo! - disse gravemente il Picchiasodo. - Se tu hai qualche volta mormorato del fisco, hai anche puntualmente pagato. La penitenza cancella il peccato, e noi non ne diremo nulla al tuo ottimo signore. Alla sua salute intanto, - aggiunse il solenne bevitore, - e ogni cosa gli vada com'io di gran cuor gli desidero.
      - Non son genovesi! - notò mastro Bernardo tra sè. - Indi, a voce alta proseguì:
      - Vedo che voi, magnifici messeri, siete amici del nostro Marchese, che Iddio prosperi e innalzi su chi gli vuol male. Di certo siete qua venuti per fargli una sorpresa....
      - Vedi il destro arcadore! Ei l'ha imberciata alla prima.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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