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      Voi sorridete? È bello ora il vostro sorridere e mi dà argomento a sperare. Or dunque, io porto la sua lettera al marchese vostro padre e venti lancie, che spero non gli torneranno sgradite. Anch'io combatterò pel Finaro; non mi concederete voi il premio della vostra mano? -
      Nicolosina stette un momento sovra pensieri. Le sovvenne del colloquio avuto poc'anzi lassù, nella torre dell'Alfiere, e una nube di tristezza scese ad offuscarle lo spirito. Ma ella era donna di sensi gagliardi e si riebbe tosto di quello sgomento. Dopo tutto, che avrebbe mai osato Giacomo Pico? E non avrebbe ella saputo custodire la sua felicità contro ogni insidia, o minaccia?
      - Conte di Osasco, - diss'ella, porgendogli la sua bella mano, su cui egli fu pronto ad imprimere il più ardente dei baci, - se mio padre accetta la vostra generosa profferta, anche domani, nella chiesa di san Biagio, sotto i colpi delle artiglierie nemiche. -
      Ed ecco per qual modo s'aguzza lo spirito alle ragazze da marito. I grandi casi e le forti commozioni sono la più pronta e la più efficace delle scuole.
      Il conte d'Osasco, dal canto suo, aveva ragione a reputarsi felice. E non sapeva tutto, ancora; non sapeva, verbigrazia, d'esser giunto dopo un altro e di averlo al primo lancio superato. Del resto si giunga prima, o poi, l'essenziale è di giungere in tempo. E Carlo di Cascherano, conte di Osasco, giungeva in tempo altresì per conquistarsi il cuore di Galeotto, a cui la sua venuta, dopo la lettera che lo liberava dalla parola data, doveva parer generosa oltre ogni dire.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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