Pagina (238/304)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Se lo avessero fermato, chiedendogli dove andava, oh come ci avrebbe avuto gusto a sfolgorarli con quattro parole: "porto gravi notizie al marchese!" Ma nossignori, quella zotica soldatesca non capiva una maledetta; lo vedeva passare accigliato e chiuso come una cornacchia di campanile, e non si attendeva di dargli l'assaggio.
      Privo di quella consolazione, mastro Bernardo volle procacciarsene un'altra, andando a far pompa delle sue gravi notizie colla nipote. La cosa era del resto naturalissima, imperocchè, senza mettere in conto i riguardi dovuti alla Gilda, per cui intercessione aveva allogato la sua famigliola fra i servi del castello, il nostro messaggiero pensava di farsi introdurre dalla nipote presso il marchese Galeotto, col quale, come v'immaginate, non ci aveva tutta quella dimestichezza che aveva lasciato intendere al Maso.
      Applaudendosi in cuor suo di quella profonda pensata, mastro Bernardo salì prontamente le scale, e scambio di fermarsi alla gran sala, in cui tenea corte e riceveva i suoi visitatori il marchese, proseguì fino al piano superiore, dove, poco lunge dalle stanze di madonna Nicolosina, era la cameretta della Gilda.
      La bella nipote di mastra Bernardo appariva grandemente mutata da quella vispa e rosea fanciulla che i lettori hanno conosciuta nei primi capitoli di questo racconto. Una pallidezza estrema regnava su quel volto, i cui grati contorni s'erano fatti più severi e ricisi, come di statua; gli occhi scintillavano di luce più viva sotto l'arco delle ciglia, ma si vedevano altresì più infossati nelle orbite, se non per avventura dal piangere, certo da un'assidua cura che fosse venuta struggendo quella sua giovinezza beata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





Bernardo Gilda Galeotto Maso Bernardo Nicolosina Gilda Bernardo