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      I quattordici soldati che li seguivano su per la scala, ad uno ad uno, lesti come scoiattoli, guizzarono dentro.
      Il medesimo avvenne dei loro compagni che erano sull'altra scala, poichč il Bardineto ebbe aperta la finestra all'amico. E tutto questo in brevissimo spazio di tempo, senza strepito, o con pochissimo, che il vento non lasciō giungere fino alla sala di guardia; la quale era sulla fronte del castello, tra la saracinesca e il ponte levatoio, secondo il costume d'allora.
      Messer Pietro mandō allora una parte degli uomini rasente il muro, fin dietro alla torre della polvere, in agguato alla postierla che doveva esser loro aperta da Giacomo Pico.
      Ogni cosa procedette a seconda. Ma se non si aveva ad udire lo strepito di fuori, ben si ebbe ad udirlo quando fu dentro le mura e pe' corridoi del castello. E fu appunto il saltar degli uomini dal davanzale della finestra sul pianerottolo e il loro spandersi su e gių per le scale, che dič nell'orecchio alle due donne su in alto.
      Lo strano rumore fu udito altresė in una camera appartata del primo piano, dov'era il pių ragguardevole abitatore del castello e il pių interessato in quella bisogna, poichč il colpo degli assalitori notturni era rivolto contro di lui.
      Il marchese Galeotto si era da forse un'ora ridotto nelle sue stanze, per prendere un po' di riposo da tante fatiche e sopraccapi del giorno. Madonna Bannina, la fida compagna della sua giovinezza, ancora travagliata dalla sua ferita, dormiva accanto a lui d'un sonno leggiero, come soglion le donne e gl'infermi.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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