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      - Sono inglesi? - chiedevo io un giorno al cuoco, accennandogli due polli che aveva sulle ginocchia.
      - Perchè mi dite questo?
      - Oh, per nessun secondo fine; perchè vedo che li pelate.
      - Voi volete scherzare; - mi rispose egli; e continuò tranquillamente a pelare.
      L'albergatore aveva un grande albo, nel salotto della sua locanda; e in quell'albo c'erano scritti, dal 1850 in poi, nomi d'ogni razza e d'ogni paese, inglesi, russi, americani, francesi, italiani, tedeschi; tutte persone che si lodavano grandemente della stanza, del letto, della tavola, dei camerieri, ed anche del vino, Horribile visu! Ma non avevano dunque vino in casa loro, o non avevano palato, tutti quei bravi signori?
      Sulle prime, scartabellando quell'albo, mi venne un sospetto atroce: che quei forestieri avessero ricevuta una mancia, o una larga riduzione sul conto, per iscrivere quelle lodi smaccate. Ma guardai in viso il padrone, e il candore che gli si dipingeva negli occhi, mi fece pentire del dubbio. No, è impossibile, dissi allora tra me; quest'uomo è innocente.
      Pensai in quella vece che le lodi muovessero da un'altra ragione. Tutti quei nomi erano accompagnati da un titolo, di duca, di marchese, di conte, di barone, di baronetto, di cavaliere e via discorrendo. Che siano proprio tutti gente titolata? Ahi, ahi! questo signore, verbigrazia, il cui nome mi casca sott'occhio, lo conosco benissimo; egli è conte, come io son lui. Quest'altro ha scritto marchese con la zeta: E qui un mondo di considerazioni, il cui resultato fu questo, che molti scrivessero sull'albo per sciorinare urbi et orbi i loro titoli autentici, molti altri per far credere ai loro titoli pigliati per l'occasione ad imprestito.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





Horribile