Pagina (71/159)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le ragioni che potevamo scambiarci allora, tre anni prima del 1870, che effetto farebbero ora? Io qui scrivo ricordi, del resto, e non fo smercio di alta politica.
      Torricella è un gaio paese, fatto d'una strada sola come tutti i piccoli paesi, bello o brutto secondo i gusti e gli umori, con antichi edifizi anneriti dal tempo e ridotti ad apparenza di catapecchie, con catapecchie moderne che in grazia dell'intonaco la pretendono a palazzine; pittoresco, insomma, come tutto ciò che è svariato di forme e ben temperato di tinte.
      Mi duole di non sapervi raccontare la sua storia, non avendo avuto tempo a chiederne, e non possedendo libri che ne parlino: me ne duole, ripeto, perchè a Torricella ho notato un antico castello, severamente murato verso il basso della borgata, quasi a custodia della strada contro la gente che veniva dalla parte di Roma; il quale ha certamente veduto assai cose. Ed io non l'ho interrogato, non mi son fatto dir nulla.
      Che volete? Avevo tanti altri pensieri m mente, e tutti più urgenti. Eravamo finalmente vicini a quel sospirato confine. In una sola marcia potevamo giungere a Scandriglia: ancora quattro passi di là, e si era sul territorio a noi conteso dalle pretensioni temporali di san Pietro, o dei suoi successori. Sul primo lembo di quel territorio avremmo ritrovato Menotti Garibaldi colla sua prima colonna di animosi giovani, e il Mosto, e l'Uziel, ed altri amici partiti da Genova due giorni prima di noi.
      Questa era la bella apparenza delle cose: ma la sostanza?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





Torricella Roma Scandriglia Pietro Menotti Garibaldi Mosto Uziel Genova