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      Prenda questi vasi sacri in regalo, in consegna, come le parrà meglio; solo per nostra soddisfazione ci rilasci due righe di ricevuta. -
      Il canonico si profonde in ringraziamenti e in elogi; vuole da noi, per ricordo, un atto di consegna; per contro ci fa un atto di ricevimento, che il maggiore intasca e conserva. Noi si ritorna al nostro campo, dopo aver mangiato (e questo senza pagare, confessiamolo) un tozzo di pane e un mazzo di ravanelli, conditi con olio, sale e pepe; l'unica grazia di Dio che avesse allora in cucina il nostro vecchio ospite. Oh, non fo per dire, ma noi, nell'Agro romano, si è vissuti nell'abbondanza. Cincinnato e Fabrizio possono andarsi a riporre.
      Quella sera si ripartì con tutto il battaglione dalla povera sede di Fornonuovo, per andare alla poverissima della Marcigliana. Dico poverissima, perchè non ci trovammo niente, neanche una chiesetta da starci al riparo; per giunta, nella notte, senza fuochi, riposammo sotto una pioggia fitta, non avendo che il cappello tirato sulla faccia per coprirci i connotati, e le braccia incrocicchiate per difenderci il petto. La mattina del 30 avemmo lo spettacolo di un albero che pareva tutto carico di foglie, e ad un tratto le perdette tutte quante, sparpagliate in tutte le direzioni, senza che ci avesse lavorato il vento. Non erano foglie, ma corvi, che c'erano stati a dormire, e andavano a cercare la colazione. Beati loro! noi l'aspettammo fino a mezzogiorno, e fu una distribuzione di pan bigio, venuto dalla stazione di Monterotondo; magnifico, incomparabil presente del comitato di Terni.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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