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      A che pro' una seduta di tribunale, se si era tutti per muoverci? Avrete tempo, mi dissero allo stato maggiore; non si parte che alle undici. E sia; eccoci in tribunale, anzi pro tribunali. Presiede questa volta il maggiore Guerzoni; è avvocato fiscale il maggiore Suliotti. Sbrighiamo le nostre faccende; i processi son chiari; si tratta di qualche prepotenza in casa di privati, e le condanne son pronte: come poi le faremo eseguire, non avendo sicurezza di mantenere un nostro sistema carcerario, non so. Alle undici abbiamo finito; va ognuno pei fatti suoi; io raggiungo il mio battaglione, uscito dalla cascina Villerma e già in ordine di marcia sulla spianata del castello.
     
     
     
      XIV.
     
      In cammino per Tivoli. Lo scontro fatale. Momento epico.
     
      Racconterò io la giornata di Mentana? No, davvero. Brevemente, a sommi capi, in iscorcio, l'ho già fatto in altre pagine: distesamente non saprei, non potrei, non vorrei, dovendo lasciare un simile ufficio a narratori più autorevoli in materia, e meglio forniti di tutte le opportune notizie dei varii corpi impegnati. Ed anzi, volentieri mi fermerei qui, se non pensassi che le mie son note personali, di cose vedute, di sensazioni provate. In questa misura, adunque, e con queste restrizioni necessarie, accogliete il poco che io vi dirò, per compire la storia dei miei venti giorni di viaggio, che furono poi ventiquattro. Ma i rotti non contano, si danno per il buon peso.
      L'ordine del giorno porta che noi del secondo battaglione genovese marceremo in avanguardia, e il primo battaglione in fiancheggiatori.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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