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      Il pensiero di Rainerio, anche espresso in quella forma, rispondeva ad un secreto pensiero della bella Getruda.
      L'arditezza dell'espressione era molta, in verità, ma la scusava il carattere e il grado di colui che parlava. Il concetto, per intanto, era buono per lei; così bisognava ragionare, per giungere al cuore della bella ambiziosa.
      Rainerio non era uomo da perdere il suo vantaggio, e da fermarsi a quel poco che aveva già detto.
      - Getruda è bianca e bionda - soggiunse - ha l'occhio azzurro delle figliuole dei re. Non s'abbassi ai servi della gleba quell'occhio divino. Quella bocca tinta di porpora imperiale faccia felice de' suoi sorrisi un potente che ne senta il pregio inestimabile e sappia metterla in vista, non d'altro geloso che della gloria maggiore a cui ella è chiamata. Chi sa? amata da un potente, potrà piacere ad un più alto signore. Il valore dell'uomo che ella avrà incominciato a distinguere e a premiare, potrà essere per lei il primo gradino del trono su cui un giorno dovrà risplendere.
      - Che dice il mio signore? - mormorò la fanciulla. - Posso io, figlia d'aldioni, guardar. così alto?
      - Perchè no? - rispose Rainerio. - In più umile stato nasceva Fredegonda, dì cui l'altro giorno, alla corte di Anselmo, fu narrata la storia. Fantesca delle prime mogli di Chilperico, innamorò delle sue bellezze il monarca, che a lei pospose perfino la nuova sua moglie, Galsvinta, figliuola del re dei Goti. Fredegonda non aveva solamente il volto, ma anche l'anima regale; e regnò sul cuore di Chilperico, e divenne sua moglie, e gli succedette nel comando del più bel reame che al mondo fosse.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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