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      Me l'hanno stregata, vedi? me l'hanno stregata, ed io ci perdo il mio fiato. Un giorno, poi, mi volgerà male, se già non è cosa fatta.
      - Non correr tanto, via! Tu ora vedi le cose più nere che non sono. Lasciamo stare i sortilegi, che non ci hanno che vedere. Se la tua figliuola fosse in balìa del maligno, io me ne sarei sicuramente avveduto, ed avrei anche provveduto. Noi abbiamo scongiuri onnipotenti, per cacciar l'inimico. Non così potenti, pur troppo, - soggiunse sospirando il vecchio canonico, - per cacciare alla prima i mali pensieri che l'inimico soffia nel cuore della creatura non sua. Ma ciò avviene, lo sai, per espresso volere di Dio, affinchè noi abbiam merito della nostra virtù, in obbedienza ai consigli dello spirito. Ahimè! lo spirito è pronto, e la carne è inferma. Difetto della carne, figliuol mio; e tu stesso, se guardi in te stesso, puoi ritrovarne gli esempi. Ma ritorniamo alla tua Getruda. È una onesta ragazza, finora, e niente lascia argomentare che non abbia a conservarsi tale, per contentezza della tua vecchiaia. Ambiziosa, sì, lo è un pochettino; ma come sono su per giù tutte le ragazze, piena la testa di grilli, voglio dire d'idee superiori alla loro condizione. Che ci vuoi fare? Preghiamo il Signore Iddio, e aspettiamo che egli la illumini, come ne ha illuminate tante altre.
      - Tu dunque, - riprese Dodone, dopo essere stato in apparenza molto contrito, ad ascoltare la predica, - tu dunque non puoi nulla per me?
      - Consigliarla; - replicò Ansperto. - L'ho fatto, e lo farò ancora; più particolarmente, se vuoi.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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