Pagina (65/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - No, io non vorrò mai questo; - disse Dodone; - ma vorrò sempre, e mi pare di aver ragione a volerlo, che ella sposi un uomo della nostra condizione: un uomo che sia capace di sostentare la famiglia col lavoro delle sue mani; un uomo che abbia intelligenza e buon volere, per far prosperare la terra su cui Domineddio ci ha messi a vivere. Ora io ho posto gli occhi su Marbaudo, perchè in queste valli, a due giornate di viaggio tutto intorno, non ho veduto uno che valesse quanto lui, o fosse più adatto al nostro bisogno.
      - Oh santa Maria benedetta! è dunque un miracolo d'uomo, questo Marbaudo? E dove lo hai tu scovato?
      - Non lo conosci, padre? È quello che vive nella casa degli Arimanni.
      - Buon podere anche quello! - esclamò il canonico Ansperto. - Ed anche quello apparteneva alla Chiesa.
      - Eh, per intanto è del conte, e ne ha la sopraintendenza il castellano; - rispose Dodone.
      - Come avviene per Croceferrea, e con la medesima illegittimità di possesso; - replicò il canonico.
      - Sia come tu dici; ma tutto sarà dunque della Chiesa?
      - Proprio così, vecchio Dodone, proprio così. In primo luogo, tu devi sapere che la terra è di Dio. Il Signore la dà, il Signore la toglie.
      - Dunque diciamo che egli ha tolto quel podere alla Chiesa; - disse Dodone.
      - T'inganni; - replicò Ansperto, animandosi nella controversia come un cavallo generoso nel correre; - la Chiesa non ha ancora dichiarato di lasciarsi spossessare. Già, poni mente, la Chiesa non rinunzia mai, non può rinunziare a nessuno de' suoi diritti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





Dodone Domineddio Marbaudo Maria Marbaudo Arimanni Ansperto Chiesa Dodone Croceferrea Chiesa Dodone Dio Chiesa Dodone Ansperto Chiesa Chiesa