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      Dunque, io dico, chi si sente di falciare, si presenti al castellano. Bisogna essere scapoli, s'intende; gli ammogliati sono esclusi, o corrono il rischio di lavorare per la gloria. Tu, per esempio, che hai parlato, o Ferrario, non hai moglie e figliuoli?
      - Io sì, - rispose Ferrario, - ma ci ho un fratello, che non è qui, stamane, e a cui potrebbe convenire la prova.
      - E tu dunque dirai a tuo fratello che vada, e parli al castellano in questa guisa: io mi sento di falciare il prato in sei giorni, in quattro, in due. Il castellano lo mette in lista; poi vede chi ha detto il più breve spazio di tempo; e allora li chiama tutti e dice loro: Sentite, il tale si ripromette di falciare il prato in tre giorni, in due, che so io? magari in uno. Chi di voi altri, che dicevate di non poterlo fare che in due, si sente di gareggiare con lui? Ed ecco, - soggiunse Scarrone, con aria trionfale, - come va stabilita la gara.
      - E va benissimo! - rispose Ferrario. Ma poniamo un esempio. Se sono otto o dieci a gareggiare per i due giorni, o per uno, e tutti si mettono a lavoro, come si fa? Prima che cada il sole il prato è bell'e falciato.
      - È giusto; - disse il banditore. - Ma ci sono gli scabini per fare i conti in anticipazione. Essi vedono d'ora in ora chi abbia fornita la maggior quantità di lavoro, e vedono, in capo alla giornata, o alla mezza giornata, se quel tale, lavorando sempre così, avrebbe potuto falciare tutto il prato nel termine che aveva annunciato.
      - Ah! - esclamò Ferrario, acquietandosi.


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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