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      Vedi, Ingetruda? Io vo' dirti sinceramente ogni cosa. L'altro dì, passando sulla sponda di un torrente, là dalle parti di Spigno, mi avvenne di vedere una giovane donna che lavava i suoi pannilini in un borro. Era bellissima; ed io pensai che non fosse possibile immaginarne un'altra più vezzosa di lei. Ora vedi come il giudizio umano è fallace, poichè guardo te, mille volte più bella di lei.
      - Mio signore, - rispose Getruda, abbassando la fronte e chiudendo gli occhi, come se volesse schermirsi dai fumi di un incenso che pur le era così grato - ancora pochi dì e poco spazio di paese, e t'imbatterai in un'altra donna che sarà mille volte più bella di me. Io valgo così poco, del resto!
      - Ah no, Getruda! non lo dire! Non sarà possibile; e tu vuoi ora farti giuoco di me.
      - Tolga il cielo, mio signore! Io son la tua umile serva.... una povera montanina, come vedi.... e piuttosto che lasciarti credere che io possa prendermi giuoco del signor mio, voglio lasciarmi dire da lui....
      - Che egli ti avrebbe volentieri per sua regina! - gridò il conte Anselmo, compiendo la frase a suo modo. - Ma in fede mia, qual regina potrebbe vantarsi d'esser più bella di te?
      - Fredegonda fu bellissima, per quel che si narra - disse Getruda.
      - Ah! bene! - esclamò il conte Anselmo. - Ecco una cosa che non m'aspettavo di sentir ricordata a Croceferrea. Tu conosci anche le istorie, Getruda? E quando penso che tutto ciò andrà perduto in balia d'un falciatore!...
      - Tu l'hai voluto, mio signore, - mormorò Getruda. - L'editto è tuo!


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Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





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