Pagina (154/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Un po' meno armato di ferri, poichè aveva due falci soltanto, ma più armato di coraggio e di risoluzione, appariva Marbaudo; e due falci per ciascheduno portavano anche gli uomini messi in gara dal castellano Rainerio.
      Tranquilli, che non pareva affar loro il vincere o il perdere; veri mercenarii, che non si riscaldavano il sangue per nulla; barattavano parole tra loro, ed anche motteggiavano col Matto, spirito bizzarro che già conosciamo abbastanza. Marbaudo rimaneva in disparte e taceva.
      Assegnare i posti donde ognuno dei contendenti aveva da incominciare, pareva una cosa da nulla; e gli scabini lasciarono che a ciò provvedesse Rainerio, bastando loro di seguitare il castellano e di assistere a quella distribuzione di posti.
      Rainerio collocò primo Marbaudo, sullo stesso confine del prato, dove sorgeva la chiesuola. Andando oltre, verso la collina, assegnò il suo posto al Matto; andando ancora più oltre, collocò a giuste distanze le sue creature. Agli scabini parve che ciò fosse bene; e perciò, com'egli ebbe collocati quei due, accettarono il suo consiglio di correre indietro, per avvisare Marbaudo e quell'altro, che oramai potevano incominciare il loro lavoro.
      - A voi, dunque! - disse Rainerio, appena fu solo. - Il fieno è alto, e per un pezzo nessuno si accorgerà di nulla. Tu Ermenfredo, lavori per conto tuo, quanto basta, per far vedere che avevi incominciato di buona voglia; poi pianti lì, e vai a dare una mano al compagno. Appena senti che noi ci avviciniamo per invigilare il lavoro (e di questo ti darà segno uno squillo di corno) corri subito al tuo posto, che gli scabini non abbiano ad avvedersi di nulla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il prato maledetto
Storia del X secolo
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1909 pagine 213

   





Marbaudo Rainerio Matto Rainerio Marbaudo Matto Marbaudo Rainerio Ermenfredo Marbaudo