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      Oh gli amici non mi comprendono! Sono anime piccine: Sono corpi oscuri: - Sono mezze creature. - Come desidero di morire! Oh mia madre, come ti voglio bene! Ma perchè hai soccorso sì poco all'anima mia!
      18 dicembre. - O mio avvenire! Mi si presentano sogni, e imagini e speranze, con una evidenza e una serietà di particolari che quasi mi illudo... e sogni e imagini e speranze si fondano su di Te. Da tre mesi e mezzo, non ho più guardato il Tuo ritratto, o mia vergine, e mi sforzo a ricordarti tutta, coll'anima!
      Tre grandi illusioni sono il mio grande tormento: tre grandi illusioni nella vita di un giovine bennato, Dio - la Donna - l'Arte.
      Mi sento solo - e la notte mi turba con mille paure.
      Un altro pensiero che pareva sopito da tanto tempo risorge a infastidirmi nell'amor proprio, - ma non scrivo; su queste pagine, consacrate al Tuo nome, o Lidia, non scriverò nessun altro nome di donna.
     
      Martedì, 24. - Ecco un'ora triste! - Ieri sono stato fra la gente, ho visto dei giovinotti eleganti; delle belle signore. - Non so scrivere: - i sogni mi perseguitano con maliarda voluttà. Che ho provato io della vita? Nulla e mi sento stanco, vecchio, senza speranze, e senza scopo.
      Oh qual bisogno d'esser felice!
      Ma a che tradurre Byron? a che tradurre Heine? Byron e Heine hanno vissuto: ecco la poesia.
      Ho ingegno sì o no? E che cosa faccio?
      O come desidero di morire!
      Rileggo un poco del mio Tintoretto! O che giorni erano quelli in cui scrivevo quelle scene, appena guarito dal tifo! Che vita! che speranze! che amore!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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