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      E mi dico vostro affezionatissimo fratello.
      15 febbraio 1879.
     
      19 febbraio. - Amo Lei! Lei! Tutta la mia giornata è per Lei! Studio per Lei, di giorno: studio per Lei, di sera: penso a Lei, di notte! Penso ch'Ella deve essere felice!
      Ed oggi come sono felice. Dio, credo in Te! Dio, non far morire me, non far morire Lei! Lascia che ci amiamo come fratello e sorella: ci benedici: e ci compensa di quello che abbiamo sofferto, Ella nelle delusioni, io nell'amare solo Lei!
      Oh come sono felice! Come vorrei che mia madre vedesse queste mie confidenze, per benedirci!
      Oh quanto amore! E se morissi? Ho visto ieri le ossa dei morti! Chi distingue le ossa di chi ha amato? - Finchè siamo vivi e giovani e puri, Dio è in noi e Dio è l'amore!
      Perchè si vive?
      Leggo un po' del mio Tintoretto! Questa copia, gualcita, sporca, su cui ho scritto tante volte per epigrafe i versi di Byron e quelli di Goethe, questa copia l'ho portata con me a Venezia nel 1876 e volevo abbandonarla sulla lapide del Tintoretto. C'era insieme un mio amico, e non ho osato. Oh come ho amato vedendo la pietra del pittore e pensando a Te! - A Verona ero solo: volli andare a Mantova per vedere la città dove Tu eri: alla stazione di Verona comperai dei fiori, li posi nel volumetto del mio Tintoretto a pag. 70 e 71,(9) dove ci sono i pensieri che più mi facevano ricordare di Te, e volevo abbandonare e il dramma e i fiori e il mio pensiero al Mincio che va e va, all'ignoto, a Te.... Mi spaventai, pensando che quella copia potesse essere trovata e compromettere Te! vedi, a quali fantasticaggini da bambino conduce l'amore!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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