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      Oh come aspetto una tua riga! Tu tardi, penso che Tu scrivi una lunghissima lettera per dirmi tutta la Tua vita. Sei ammalata? Al Club non ardisco guardare la Gazzetta di Venezia, temo di trovare il tuo nome fra i morti.
     
      7, venerdì. - Perchè non una riga? Oh abbiate cuore!
     
      8, sabbato. - Abbiate cuore! - È primavera: senti anche Tu l'amore della natura? - Che tristezza mi assale in questo momento! Lidia, io ho turbato l'anima tua, e che cosa posso io fare per Te?
     
      10 marzo. - Oh! miei genitori, se voi provaste ad avere l'anima mia!
      Ai tremendi bisogni di un corpo nervoso, al tormentoso bollire di pensieri nel cervello, alla muraglia di ghiaccio che mi separa dal mio avvenire, come resistere? Come resistetti? Non posso occuparmi, no: la mia anima non può volgersi ad altri pensieri; che importa a me di tutto ciò che è diverso dal mio amore? Oh se gonfio di vita, avessi almeno lo sfogo delle libidini: se pieno di sentimento potessi almeno prorompere in una poesia: se così tormentato potessi almeno avere la libertà di stordirmi viaggiando! - È primavera! Sono io un pazzo? Lo fossi, sì, lo fossi! sarei felice! - Ricordo che ho vissuto con intimità con due donne a V... e ad Oropa. Come ero contento! Come prevenivo i loro minimi desideri! Come mi sentivo bene avendo vicino a me una donna! E se questa donna fosse stata quella che ho sognato! E discorrevo del mio avvenire, dell'amore, della famiglia, dei figli, di Dio, e delle toilettes! Così la vita. Ma ero contento, e presentivo la felicità di essere con Lei.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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