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      Che mi importa? Nulla - voglio fare la carità.
     
      6 aprile (sera). - Lo sento. Verrà quell'ora in cui io mi ucciderò. Ti scriverò?
     
      11 aprile. - Aspetto sempre d'esser accettato alla Congregazione di Carità. - Alla sera mi trovo con molti giovani. Come sono stupidi nella sensualità! Ed io mi sento la poesia nel cuore! - Alcuni di quei giovani sono stimati giovani d'ingegno. Oh sono cinici e volgari!
      Sulla Gazzetta di Venezia fra i decessi non trovo il suo nome. Dio Ti ringrazio. Ma che futuro mi prepari? Premiami di questa mia solitudine, di questi miei studj, delle mie speranze in Te!
     
      13 aprile. - Giorno di Pasqua. Jeri a sera mi commossi dolcemente. Venendo a casa, come sempre ho pensato a Lidia! Nella mia camera da letto, sullo specchio vedo una busta... - Una lettera di Lidia, mi sono detto subito. - Era un regalo di mia madre: era una busta coll'augurio: La pace sia con te.
      Oh sì la pace! Sai tu che pace abbisogni all'anima mia? Oh mamma, mi commosse la tua ingenua, bambinesca calligrafia! La pace! Non l'ho trovata nella febbrile fantasia dell'arte, nella stupida società elegante, nell'amore, negli studii pacati e solitarii... La troverò nel prestarmi a lavorare pei poveri?
      E Tu, Lidia, non sei povera?
      Suonano le campane e mi pare di essere a Limbiate e di camminare per uno stradone e di pensare a Te.
      Perchè non mi scrivi? Che Tu fossi partita da Venezia e che io nulla debba sapere di Te?
     
      14 aprile. - Perchè oggi ho il mio pensiero così fissamente rivolto a Te, o mia sorella?
      L'anno scorso, quand'ero in Duomo, credevo e temevo sempre di vederti a braccio del Tuo sposo.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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