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      - Io mi tolgo da pranzo e Ti ricordo sempre! Ricordo la povera minestra fredda e certi tozzi di polenta che vidi in certe povere casuccie, dove le mamme avevano un bambino in collo.
     
      6 maggio. - ....Sorriso di donna, che cosa sei?
     
      8 maggio. - Non posso resistere; apro il mobiletto e guardo il tuo ritratto, o Lidia, e Ti fisso negli occhi. S'avvicina il giorno di santa Lidia, Ti scriverò. Da due giorni non leggo la Gazzetta di Venezia. Ti troverò fra i morti? - Penso al suicidio. No, penso a vivere con Tei in campagna! O primavera!
     
      9 maggio. - O Lidia, Ti guardo negli occhi. Come Ti amo! Dio, Ti supplico, a patto di qualunque infelicità, rendila mia, per un giorno solo! - Ti guardo ancora negli occhi, e mi domando: - Sei Tu? Tu, Lidia!
     
      10 maggio. - Oggi, quale spavento! Vidi e rividi un capitano del 35.° fanteria. Era il Tuo sposo? il Tuo promesso? Veniva a Milano per uccidermi?
     
      12 maggio. - Penso alle mie ultime volontà che ho scritto, e vorrei raccomandare a mia madre.... Oh mia madre mi capirà quando leggerà quelle mie righe e queste mie pagine. Come sono contento pensando che in quel dì non saranno più mie vergogne quelle sante, pure, caste effusioni dell'anima mia, in quel dì non saranno più fanciullaggini le mie melanconie e i miei bisogni, ma in quel dì nella loro tremenda evidenza si mostreranno i sacrifizi e le repressioni dell'anima dai miei ventidue a questi miei ventisette anni! Capiranno? Oh no! a loro non fu dato il tormento di amare gentilmente a ventidue anni! a loro non fu dato ingegno e sentimento tormentatore di squisita e sfidatrice poesia!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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