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      18 ottobre. - Odoro nel cassetto un profumo che mi ricorda la mia santa malattia e le mie purissime illusioni....
     
      20 ottobre. - Questi sono i giorni in cui io ho tanto pensato a Te. A Limbiate c'è una ragazza bionda, gentile, pallida che di sera somiglia a Te: son già due anni che solevo annotare questa circostanza, ma mi pareva d'esserti infedele....
      Vittoria avrà avuto qualche po' di simpatia per me? Là a Recoaro mi ha regalato un pezzo di sasso colle piriti, preso all'orrido della Spaccata, ed ora lo tengo qui sul mio tavolo, quando scrivo. Come sono pallidi i miei ricordi di Recoaro! - Quante volte passeggiavamo noi due soli, alla sera colla mamma lontano a cento passi, e chiacchieravamo e ci sentivamo giovani. Chi ama ella? Certo amerà. So di un giovanetto simpaticissimo che l'amerà: e lo vedo alla Patriottica e mi è caro, e non mi sento geloso.
     
      21 ottobre. - Volevo dicessero: - Quel giovane si è fatto seriissimo, è divenuto il servo dei poveri, è dolce, è pio, è rassegnato. Ha un profondo dolore, ma soave che coll'amore consacra la sua vita... Volevo mi amassero tutti ed io mi tranquillassi.... No! risusciti tu, mio animo d'artista e mi scuoti! mi tormenti! Mi fai delirare! Sghignazzo ancora: ancora sono superbo, ancora odio, ancora voglio morire come il mio Ugo! Tra questi spaventi sento l'amore a mia madre, a mio padre - l'amore che mi viene dai ricordi, quando ero piccino, quando Limbiate era un luogo di pace.
      È una virtù questa vigliaccheria dell'obblìo?
      O Vergine che un giorno ho pregato, o Madonna, in cui ancora ho un barlume di fede melanconica, protettrice della mia Lidia, fammi dimenticare la mia Lidia!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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