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      ... Sullo scoglio dello Spitz mi aveva dato il braccio....
      Che vuoi? Nella mia vita stupida, fredda, senza gioie e senza dolori, mi era parso una gloria l'essere vicino ad una vergine: pensando a te, Lidia, che non mi amavi! Mi pareva di non essere così brutto, o così sciocco, o così pedante, come sono!
      Perchè sarò incatenato alla tua memoria? perchè morire scettico e illuso per te? L'essere con una fanciulla, gentile ed elegante, in una chiesetta di montagna, il toccarle il piedino per darle la staffa, il ricever sorrisi e la frase: - Oh credevo che lei fosse serio serio! - l'offrirle fiori, confetti, erbe: il mangiare con lei coquettement sullo stesso vassoino un dolce, vedere un volto fresco, lieto, aperto, udir una voce giovane, capisci, Lidia, che sono cose che per me le dico tentazioni? Il tuo ricordo impallidiva.
      Dovevo forse lacerare tutte queste carte. Il tuo nome solo, o mia Lidia, doveva esser scritto su queste pagine. Invece, quante volte ti dimentico per esprimervi sogni, speranze, illusioni! Ma questa è la storia dell'anima mia.
      Ti avrei scritto anche le orgie, gli abbracci lascivi, le ebbrezze, se non fossi sempre vissuto così timido!
     
     
     *

      * *
     
      Vado a prendere del bromuro di potassio. È la cura per i miei amori.
     
      13 dicembre. - Oggi fui in casa E. Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei.
     
      15 dicembre. - Oggi prima di pranzo la mamma mi dice che Vittoria sposa un ingegnere e va a Merate, in campagna.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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