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      Il pescatore che è morto aveva in prora alla sua barca la poppatola della Madonna, in collo la medaglietta di Savona, dava i pesci di livello al curato, andava alla chiesa, si segnava colla santissima acqua del mare. Il pescatore è sepolto tra le quattro mura nella ghiaia: e d'un remo non si fa croce. La Madonna beve ancora l'acqua salsa che le fiotta incontro nelle placide mattine di pesca: la medaglia è giù col morto, finchè fra i ciottoli e il carcame non la rubi il becchino: il curato ha cambiato il nome dell'offerente, ma ha l'istessa qualità di pesci. La chiesa ebbe funerali e battesimi: il mare tante volte con una striscia placidissima, lucente, appena sfiorò la sabbia, baciando i piedini alle fanciulle che cercavano nicchi e coralli, e i pescatori dissero: - Domani lasceremo giù tutte le reti. - Tante volte cogli avanzi del naufragio voltolò l'onda, fino a vomitare bava nel cimitero, e i pescatori dissero: - Vento galeotto.
      E staccarono le reti tese ad asciugare dal murello squallido, graffiato: e tirarono su le barche urtandone le poppe, le catene, senza svegliare i poveri morti.
     
     
     
      IDILLIO.
     
      O felicissimi, che alla sera contemplavate il mare, contemplavate il cielo, ho a dirla?... Quando la filatera dei bimbi chiassosi vi saltellava vicino, voi vi pigliavate il meno restio, il più bello, l'elegantissimo, tutto vestito di bianco ricamato, colla fascia di seta azzurra, il cappellino alla marinara, e col fargli scattare sul nasino la cassa dell'orologio o col chiudergli di botto il ventaglio profumato sotto il mento, subito l'innamoravate delle vostre ginocchia, sì da poterlo baciucchiare e lisciare coll'invidia più carina.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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