Pagina (240/355)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      È vero che peccato confessato è mezzo perdonato: ma a me non so punto perdonare, ed ho tanta severità da impormi una riparazione. Se non avrò un ricordo colla data di tempo, almeno lo voglio con quella di luogo.
     
     
     *

      * *
     
      Scrivo adunque Oropa sull'unico foglietto di carta che mi rimane, e ancora desidero....
      Desidero che cosa? Forse il bagno all'alba, la doccia a spilli, la sem-immersione ghiacciata?.. E perchè no? Brontolando di pigrissìma stizza, sia pure, dal letto passavo sul balcone per avviarmi alla vasca, ma, senti, sul cielo mattutino vedevo i monti tanto belli e tanto in pace: uscendo dalla buia stanzuccia della doccia a mezzodì, trovavo vigore in dosso, sì che speravo che la mia mano non avrebbe per l'avanti solo svolte le pagine di qualche libro, ma si sarebbe stretta a un alpenstok; a vespro, per la reazione del bagno, sceglievo la più erta passeggiata, e su per gli scheggioni cantarellando, a tratto facendomi silenziosa, pensavo ai nomi insigni delle Alpi, con cui fregiare il mio bastone dal corno di camoscio, e pensavo ai libri che si accorderebbero alla poeticissima contemplazione della natura. No, signora mia, non fui una pigraccia: col desiderio ho fatto poi di quei voli da conoscere tutta la rosa dei venti. Se tu ti fossi seduta sull'estremo masso di quel dosso, detto dei tre cantoni! Come non illudere te stessa! Come non credere d'aver l'ali, dinnanzi un panorama sterminato, che ha solo per raffronto il mare?
     
     
     *


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Oropa Alpi