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      .. e qualcuno dice anche per le bistecche; a sera un po' di musica, qualche trillo di fanciulla dilettante, qualche commento solitario ad una romanzetta in core e amore, alle 10 1/2 a letto. E tutto è finito. Vedrem.
     
     
     
      IL CONVENTO DI PONTIDA.
     
      Ritorno ancora colla mente all'antico convento: e m'aggiro in que' luoghi, cercando un posto solitario ove raccogliermi ad ordinare ed esprimere le mie vive impressioni.
      La storia vi lasciò il dignitoso suggello delle memorie: il genio dell'artista desta gli echi del passato col fremito del presente. Così è: la polve giace polve, ma la favilla dell'Arte risuscita le anime e riscrive nel volume della vita dell'oggi le passioni delle remote età. I grandi avvenimenti sono come grandi colonne, travolte nel fiume del tempo: le acque passeranno e passeranno, e l'oblìo cancellerà sempre i languidi profili del passato: ma a chi si affaccerà a contemplare la immensa massa dell'acqua, fremeranno sempre, rigurgitando, almeno colla spuma, le onde, sovra i ruderi sepolti.
      L'uomo può dirlo?... Ohimè! egli lo spera! L'uomo è l'atomo turbinato dal tempo: e la Vita, grande poetessa con una missione, o inconscio giullare del caso, sembra compiacersi a creare i contrasti.
      Il convento di Pontida venne edificato da Alberto di Sogra, in occasione che si ricostruiva la chiesa del villaggio, che è pare la presente. Alberto stesso ne fu primo priore, e per consenso dell'abate di Cluny vi fece osservare la regola cluniacese. Nel 1121 vi morì prete Liprando, il prete famoso, il quale nei tumulti avvenuti in Milano per la quistione del celibato ecclesiastico, ebbe mozzi naso e orecchie: lo stesso che per provare la simonìa dell'Arcivescovo Grossolano si offerse di passare in mezzo al fuoco,


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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