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      Ma sì, se fosse nuova! se...
      Io non sono architetto e studioso per analizzare i particolari; mi lascio vincere dall'insieme, che è severo, raccolto, pieno di poesia storica e religiosa. Non domandò la mia fantasia: - Chi pregò? Come vi pregò?... Il povero uomo passa; il cofano vecchio e l'avello antico rinchiudono l'enigma della sfinge.
      Le rimanenti case di Fontanella io vorrei assomigliarle a certi luoghi veduti nei sogni, nei quali corre l'occhio e inciampa il piede, e la luce non è luce, e l'aria vi è morta. Per anditi regolari, per archi bui, per muraglie a dadi di pietra si giunge a certi bugigattoli di tragetti e di scale, dove, se al dissopra delle finestrine, se dalle pareti addentellate, se tra le gronde protese, si vede un po' di cielo azzurro, sembra un fesso da cui scappa l'anima prigioniera alla libertà della vita e dell'amore. C'è davvero del bello!... Là si immagina un trovatore col liuto ad un pertugio di torre per consolare un dolore, e si ode invece un lungo muggito di mucca e si vede una fanciulla cho spalanca una stalla. Si sogna forse una donna melanconica e stanca, e appare un vignaiuolo, barcollante sotto una corba d'uva, che si sfrega contro le strette pareti della viuzza.
      C'è un portico finalmente, dove il sole scalda ogni minima ragnatela, e ogni fuscello di paglia; c'è una cucina oscura con una scodella di latte, una facciata di castello, una gran botte, e uno, due, tre, quattro grappoli d'uva.
      E c'è una bionda fanciullina, con due begli occhi e un bocchino, una cara, tranquilla creatura, che, fra tanta e tanta imponenza d'antico, accompagnandoci sin presso a una tomba, sorrideva, inconscia di tutto.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Fontanella