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      Oh tornerei lassù a baciarla!
     
     
     
      MONTI E LAGO.
     
      Sono schietto, schiettissimo e dico la verità: quando la locomotiva esce fuori fischiando dal grande antro invetriato della nostra stazione milanese, se in qualche vettura mi trovo fortunatamente anch'io, io pure fischio colla gola del serpente.... Brutta città, aria malsana, noie e fastidii, vi derido!
      Addio!... Il fumo sbuffa a globi allegramente; suonano gli stantuffi, luccicano gli ottoni, e la filatera pesante scorre, come su un pendìo insaponato sulle rotaie che s'inazzurrano a perdita d'occhio o diritte stupendamente o con quelle curve dolcissime che la scienza ha segnato col compasso. Va e va, scappano le case affollate, i traffici, gli altri mille carrozzoni allineati pei viaggi. La strada è sorretta ad un terrapieno, fra i campi di biada, e le siepi, colla compagnia dei pali telegrafici e dei cantonieri dalla banderuola svolazzante.
      Respiriamo!... Abbiamo già veduto gore, fossatelli, fiori a bizzeffe, cascine e macchiette.
      Alla prima stazione ascoltiamo qualche parola di dialetto campagnuolo.
      E va e va! Sicuro che l'inglese leggerà sempre istessamente la sua guida rossa e il mio babbo calcolerà che st'anno il frumento sarà magro magro. Brava gente! Ma noi che viaggiamo perchè nessun libro ci ha fatto bene, noi che vorremmo turbinarci tra il fumo del gran tubo, saltabeccando pel cielo, noi abbiamo la testa che gira, come il fiocchetto della tendina al finestruolo....
      Che finestruolo!... Sporgiamo mezza persona, e sfidando il polverone e i minuzzoli accesi di carbon fossile ci diciamo i re dell'aria!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355