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      Non sembra di camminare, l'uomo, atomo, è sempre fisso innanzi alla immensa bellezza della natura. C'è per l'occhio un riposo, un piano liscio, levigato tra due catene di monti tutti in pace, c'è per l'anima un cielo terso e limpidissimo. In un attimo si ama tutto e tutto ci parla: la spiaggia ciottolosa, curva, l'arena bagnata, la frangia d'argento dell'onda, il suolo fatto dagli uomini e le case e le ville, e le frane spaccate dal caso.
      L'aria che viene dai monti, che s'infresca dal lago, che si poetizza dal cielo, entra in noi, scaccia da noi l'animaccia stanca, scettica, cittadina e ci dà un po' dell'anima della natura, col bisogno di salire in alto, coi voli dei desiderii amplissimi, coll'ali della poesia che non ha metro nè rimario! - Si diventa buoni e si ama, si ama, si ama!... Io qui non invito quelli che hanno la bottega nel cuore, nè le donnine che portano sempre lo specchio al servizio delle uniche loro carni bianchissime: non invito la folla che mangia, beve, ride, ma sibbene le anime torturate dai desiderii inesplicabili, affannate dalle spossatezze del deserto, i cuori che hanno amato o che amano! E vengano i nervosi all'idropatia! Le isteriche stancate dell'attendere! le vinte del corpo! Qui si ama, si ama! - E il lago seduce sempre, cantando l'eterna canzone senza esigere la sua gentile senseria. - Qui si combinano dei matrimoni. Spargete i confetti a manciate pei bimbi dei pescatori, e da quelle facciole ridenti e negre traete augurio per i vostri futuri scapatelli!


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355