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      .. Di là... Monti e valli e case e gioie e dolori!... Se ha letto un bel libro, sente di doverlo rileggere su quel masso, attraverso quel torrentello, sguazzando sul fondo translucido e sabbioso l'ombrellino... di chi? È un fatto: nei quadretti, e nelle memorie, e nelle speranze compone sempre, direbbero i pittori, una figurina di donna, che ne' suoi occhi sintetizza tutto il linguaggio della natura...
      Rincorriamoci, o fanciulla: il lago ci invita al bagno: la montagna ci prepara la reazione. E che bagno! Vorrei staccarvi per lenzuolo un lembo azzurro di cielo, ma... E poi corriamo!
      Corriamo sui massi spaccati, profilati, da dove pendono i ciuffi d'erba, nelle tane, nei bugigattoli, sui cigli di quei muraglioni erti e schistosi, che la grande architettrice ha dipinti coi licheni, lisciati coll'acqua, graffiati coll'azione dei geli... Corriamo! Dove corre il desiderio? Le gambe sono umane, umano il ventre. Su dunque s'incontrano tre o quattro case da pupattola, scheggioni ammucchiati, coll'uscio aperto e la massaia che prepara la cena... Vogliamo cenare cantando la canzone dei pescatori e vedendo il lago a strisce di specchio tra le connessure delle pareti? Vogliamo bisbigliarci nella semiluce? Vogliamo pescare?
      Giungiamo a Maccagno inferiore detto imperiale, già feudo dei Mandelli, con mura, misto imperio, e diritto di zecca.
      Una chiesa su una piazza sostenuta da arconi di pietra come un acquedotto, una largura che muove al lago, ove dondolano sette od otto barconi, quattro case e l'osteria-stazione, da dove esce il suono bambinesco di una cornetta.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Maccagno Mandelli