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      Se poi stridono i falchi, o stormeggiano i passerotti, o un amico pauroso mi grida: - Manca un gradino... avanti lo stesso.
      A Chiaravalle la torre che sovrasta alla cupola ottagona offre tutte le emozioni che voglio. Ecco, al tetto della chiesa, al primo riposo, si giunge coll'abito concio dalle ragnatele, col cappello schiacciato da qualche buio arco che non rispetta le proporzioni della figura umana, coll'occhio intenebrato e polveroso: travi, tegole e calcinacci sono amici, amiconi degli archeoflli curiosi. Al tetto c'č un ballatoio: e da questo una scala a piuoli al primo giro d'archi della torre; e da una colonnina di questo un'altra scala a un'altra colonnina del secondo giro, e via e via; ma sui piuoli tarlati il piede si poggia con precauzione, e gli staggi sono un po' zoppi. All'ultimo piano di colonnette si leva la piramide, e noi che le passeggiamo intorno, la vediamo tutta irta coi mattoni a spinapesce, qua e lą resa bizzarra da qualche ciuffo d'erba, bruna rossastra, sormontata da un globetto con una croce nel mezzo, La vista di lassł spazia sui piani e sui piani: monotonia, Pure, c'č da trattenersi su una buona mezz'ora, e anche pił; si ritarda la discesa, pensando un po' a quelle scalucce malsicure che ci terranno sospesi fra il cielo e i tetti.
      Terra! terra! abbiamo toccato il suolo della chiesa: all'ultimo gradino ci sentiamo piccini, come profondati, gił nel tenebrore: camminiamo, e il passo ci sembra pesante, lo spazio per il piede troppo, per l'occhio poco, e giungiamo al cimitero.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Chiaravalle Pure