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      Quando s'accostammo tacitamente col navicello alla barca in cui voi stavate prigionieri, egli fu il primo ad afferrarla, e in mezzo a quel trabalzo furioso delle onde non l'abbandonò mai sicché non cadde riverso dall'archibugiata, ed io v'aveva già allora tratto di mezzo agli Spagnuoli, che fatti confusi da sì inaspettata visita in mezzo all'infuriare della burrasca e sconcertati dai colpi che loro menavano Trincone e Guazzo, non seppero difendersi dal nostro assalto che tirando colpi alla cieca
      .
      Io il sentii cadermi vicino, disse Gabriele afflitto, appena m'era assiso e rassicurato nel tuo navicello: la perdita d'un coraggioso è sempre dolorosa e grave: questa del tuo compagno, ch'era sì valente, m'è di doppia tristezza, poiché ne fui io la cagione
      .
      No, non vi rattristate, signor Gabriele; rispose Falco, in cui la commozione svegliata dalla temuta morte di Grampo aveva già dato luogo agli usati sensi d'intrepidezza: le palle, gli stocchi, i pugnali allorché traforano un corpo non fanno che ciò a cui sono destinati. Chi può pretendere tirar le reti e non bagnarsi le mani? e chi presume d'accostarsi sovente agli archibugi e non riceverne mai un ruvido saluto? Partire il più tardi possibile è tutto ciò che sì può sperare; ma quegli a cui la polve di zolfo arse più volte i capelli, deve essere convinto che il colpo che lo invierà per sempre nell'alto o nel profondo gli verrà stando in piedi e il balzerà rapidamente a dormir nella terra. Io ho veduti caderne così a mille in un giorno solo, e non erano montanari che vestissero sdruscite casacche, s'avevano armature dorate ed elmi sfolgoranti.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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