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      Siccome que' forti che formavano il Castello, erano stati in tante riprese da diversi dominatori costruiti, e in epoche disparate ampliati e precinti di bastioni e di vedette, mostravano nelle varie foggie architettoniche di loro torri e finestre, nel colore delle mura l'indole e la distanza delle età di chi gli aveva innalzati, offrendo norma specialmente a distinguere la nazione o il lignaggio de' passati signori negli stemmi e nelle imprese che vi stavano scolpiti ad ornamento.
      La parte principale, ch'era la più ampia ed elevata, avevasi recente data, perchè fatta pressochè tutta erigere dall'ultimo suo possessore, il Medici. Ben quattrocento passi s'innalzava dessa dal piano del lago, e formava lo stremo superiore del castello, e tre terrapieni sostenuti da rivellini, scendenti ad uguali distanze come altrettanti scaglioni, su ognun dei quali eravi un forte con torri e bastite, dividevano il rimanente dello spazio; e questi erano le tre loriche o corazze dall'oltremontano Storico accennate. A fianco di essi scendeva un doppio ordine di mura munito di altre torri che li serrava tutti in un sol corpo, e vi si aggiungevano in più luoghi palafitte e steccati. Nella sommità l'ultimo muro della fortezza non avea già a ridosso l'erto pendío della montagna: un profondo taglio di smisurata grandezza, praticato nel vivo masso, ne ve lo disgiungeva a guisa di vasto fossato; e chi dal giogo del monte avesse avuto in animo di calare alla volta del Castello, dopo essere disceso a grave stento per la precipitosa e nuda balza, giuntovi dappresso trovava quell'insuperabile ostacolo del taglio, ove chi fosse stato sì ardito e fortunato da scendervi illeso trovava il fondo ghermito di triboli, punte e lame taglienti, e vedeasi di fronte la rupe inaccessibile, e su quella la muraglia del Castello, da cui scagliavasi per appositi pertugi una grandine di palle e di saette a recare inevitabil morte.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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