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      A' tempi del maresciallo Triulzo il formidabile ritrovato delle artiglierie diffusosi tra le principali nazioni, abbenchè imperfetto e in molte sue parti difettoso, aveva cangiato d'assai il modo dei combattimenti, e prodotte considerevoli innovazioni nell'arte del fortificare, arte che fu necessitata a totalmente differire da quella adoperata allorquando non s'adoperavano ad atterrare le mura che arieti e catapulte, e nelle pugne non venivano lanciati che sassi e dardi. Divenuto adunque il Triulzo feudatario di Musso e delle sue Rocche, pensò ridurle a tale che valessero a sostenere gli assalti di quelle recenti armi fulminatrici; alzò a tal fine al di sotto di esse, poco discosto dal lago, un baluardo di grosse mura coi valli atti a sostenere lungo tutta la fronte le artiglierie, e questo serviva di scarpa, diremo così, al Castello; ai lati di quel baluardo tracciò due linee di mura che salendo paralelle pel monte venivano includendo la Rocca Visconti e quella di Sant'Eufemia ad un forte di cui egli piantò le basi, e che esser dovea assai più di quelle spazioso. Ma fosse predilezione ed interesse pel suo Marchesato di Vigevano e per la Signoria di Musocco, fossero le gravi cure delle faccende politiche e guerresche, il Triulzo non badò a dar compimento alle ideate ed intraprese opere intorno al Castello di Musso, non tenendo di quel Borgo a cuore altro che la zecca, i di cui scudi d'oro e d'argento, detti del Sole, ebbero corso e furono ricercati per tutta Europa.
      Erano le edificazioni in tal punto quando giunse sul Lago, nel suo primo vigore giovanile, Gian Giacomo Medici, volgendo l'anno 1516. Salvatosi colla fuga da Milano, ove avea troppo prestamente trattato con successo le armi, si collegò cogli altri suoi concittadini che esuli al par di lui traevano la vita a ventura: fatto loro capo, per l'ardimento, l'intrepidezza, la sagacità sua somma, condusse le più arrischiate imprese combattendo contro i Francesi, i Grigioni ed i Valtellinesi: e contribuì non poco al ritorno degli Sforza in Milano ed alla gran vittoria di Pavia riportata dalle armi imperiali.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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