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      Ma quella lucentezza dell'aria, quel lusso di raggi brillanti e di colori pari in ciò ai contenti della vita, s'andava rapidamente attenuando; e mano mano che le ombre dei monti vicini si estendevano, che offuscavansi i lontani, che la porpora del cielo tramutavasi morendo in un bruno cilestre, nel cuore di Gabriele svaniva quel senso di felicità di cui era stato per varii istanti penetrato, e vi tornava a risorgere più vibrato e affannoso il primitivo pensiero. Allorquando intera oscurità coverse le montagne e i colli, ed abbrunissi il lago, nè altro apparve distinto in nere forme a' suoi occhi che le mura e le torri della sottoposta Fortezza, vi lasciò cadere mesto uno sguardo, indi piegò addolorato il capo tra le palme e sospirando tutto s'ingolfò ne' proprii pensamenti.
      Nessun moto del cuore è sì espansivo, nessuno impelle sì forte l'anima a diffondersi quanto quello dell'ammirazione che nasce alla vista del bello profondamente sentito. Lo spirito invaso da una ideale armonia si desta spontaneo ad un inno di gioia, che a molti è dato internamente sentire, al solo genio concesso l'esprimere; guai però se nell'ebbrezza dell'animo commosso s'affronta la convinzione che in niun petto un cuore è partecipe alle vibrazioni del nostro, che muto all'altrui mente è il nostro tripudio, e si esala e svanisce inconsiderato come una voce melodiosa nella solitudine! allora il senso d'un cupo isolamento ricade su di noi, ci tormenta, ci opprime, e non v'ha refrigerio allo spirito se non nell'incontrare la traccia d'un oggetto cui sia cara la nostra sorte, ed a cui tutto riferire quanto v'è di prezioso nella nostra esistenza.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





Gabriele Fortezza