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      La ciurma e i guerrieri che il montavano, cessato ogni fuoco, si diedero tutti all'opera per riaversi gridando aita e soccorso; ma fu invano, perchè essendo le artiglierie incatenate ai bordi, pria che avessero campo di rovesciarle nel lago per alleggerire la nave, tutto il corpo di questa era già sotto l'acqua, e i miseri naufraghi gettando l'ultimo grido s'inabissarono con essa, e fra loro solo chi non era dal peso delle armi impedito potè trovare salvezza guadagnando a nuoto le sponde. Gabriele, tocco in cuore a quella vista, fe' cessare l'eccidio che dei nuotanti facevano i suoi moschettieri, e spinta l'Indomabile sulle onde stesse che ricoprirono gli affondati ducali, corse a portare rinforzo al Busto - di - ferro.
      Circondato questi da quattro navi nemiche, travagliava faticosamente a difendersi in ispecial modo da prora, ove il martellava la squadra comandata dal castigliano Enrico Nedena, che sconquassate quante borbote, piatte e barche minori scortavano e facevano scudo a quel legno che capitanava l'antiguardo, voleva a forza impossessarsene e condurlo prigioniero. Il comandante Borserio aveva pugnato con portentosa avvedutezza e coraggio, ma tutto l'ardir suo e la bravura non erano stati bastevoli a sottrarlo al riboccante numero degli assalitori che da quattro parti il bersagliavano: le sue bombarde erano smontate, l'albero infranto, spezzati i banchi dei rematori, spezzato il timone, tutto il ponte pieno di moribondi e d'uccisi, per cui i lacerati fianchi del Busto - di - ferro grondavano sangue.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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