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      A mezza portata di bombarda dalla Salvatrice vedevasi combattere accanitamente quel branco di legni fra cui stava il Busto - di - ferro, e contro le quali aveva fatta rivolgere la sua prora Gabriele. Il fragore della scarica fatta dai Ducali contro l'Indomabile e la risposta subitanea di questa, scossero Falco da quel momentaneo riposo a cui si era abbandonato, onde alzato il suo moschetto gridò: "Presto, mano all'opera, che il più bello del giuoco sta ora per incominciare. Di camicioni rossi e di quei di Spagna ne abbiamo già mandati all'inferno un buon numero, ma ne potevamo spedire di più se quei vigliacchi non si fossero posti in ispavento per quattro parole un po' risentite che loro dissero le nostre bocche da fuoco, Vedeste come gli uni si sono trascinati a terra, e gli altri se ne andarono frettolosi al pari d'un volo di anitre selvatiche alla vista del cacciatore? Or via ricarichiamo gli archibugi e le bombarde, giù tutti i remi, e corriamo a ripetere noi pure il saluto che venne dato sì bruscamente dal signor Gabriele alle bandiere della biscia. Quel giovine capitano ha pugnato come un leone qui accanto a noi; ora che vuol combattere da solo non mostrerà meno terribili i suoi denti al nemico". "Pochi istanti sono, disse uno dei soldati della Salvatrice, esso ha misurato un colpo sì giusto da degradarne la più vecchia barba di comandante di tutte le flotte del mondo, giacchè con una scarica sola sbrigò per sempre gli uomini e la nave che lo avevano staccato da noi. Se voi, Capitano, non eravate da prora avvolto nel fumo, avreste potuto vedere, come scórsi io da poppa, tutto quel barcone seppellirsi bello e intiero sotto le acque".


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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