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      Per fare adunque completamente suo il valoroso montanaro di Nesso, pensò servirsi della via tenuta nell'arruolarlo alle sue bandiere, cioè mostrare di rimunerarlo, ma facendo ciò in modo che le proprie larghezze estendendosi anche alla di lui famiglia, fosse costretto per giovarsi del dono a trasportare la propria stanza a Musso.
      Le sollecitazioni alla partenza e l'invito a ritornare colle donne furono dal Castellano fatti a Falco alla presenza di Gabriele, il quale tutto a que' detti giubilando in cuor suo, già più non sentendo nelle membra il travaglio sopportato sul lago, seguendo Falco al porto, quivi nell'abbraccio del congedo scongiurollo a non mancare alle richieste del fratello, accertandolo ch'egli stesso non avrebbe presa parte alcuna ai pubblici trattenimenti se quivi esso pure non era.
      Falco gliene diede fede, e salito sul suo battello partì di là coi quattro compagni, a cui per ordine di Gian Giacomo erano state date alcune dozzine di scudi del sole, il che giovò mirabilmente a far loro perdere la memoria d'alquanti tagli e maccature riportati nel combattere per lui, ed a mitigare il rancore per la morte di due della loro banda rimasti uccisi nell'assalto alla nave del Gonzaga, dell'uno de' quali, ch'era Guazzo, doleva gravemente a Falco, perchè aveva perduto in lui uno de' più fidi ed antichi compagnoni.
      Le campane di San - Biagio, di San - Rocco, dei Cappuccini e degli Agostiniani di Musso, quelle di Sant'Eufemia del Castello, di Santo - Stefano e dei Riformati di Dongo e di altri monasteri vicini suonando alla distesa di buon mattino annunziarono che in tutte quelle chiese (nelle quali il Castellano aveva mandato, cogli ordini suoi, doni e monete) si celebravano messe e si cantavano inni sacri in rendimento di grazie all'Altissimo ed ai Santi per il favore accordato ai Mussiani nella battaglia di Bellagio, che così dalla prossimità di quel borgo venne denominato il navale combattimento da noi descritto nell'antecedente capitolo.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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