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      Uscirono queste nobili donzelle esse pure dalla loro abitazione coperte da fitti veli, e si posero in coda al convoglio entrando in San - Biagio, ove il popolo, che le stimava e riveriva altamente per l'esemplarità dei costumi e la consanguineità col Castellano, benchè stipato oltremodo, fece largo comprimendosi onde lasciare che liberamente si recassero al luogo consueto ad esse prefisso. Deposte sul catafalco l'arche contenenti le mortali spoglie dei due guerrieri, e collocatosi Gian Giacomo in apposita adorna scranna, intorno a cui eranvi quelle de' suoi fratelli Agosto e Gabriele, del Sarbellone, di Volfango d'Altemps, del Pellicione e del Mandello, si diede principio alla solenne funebre messa, giunta la quale alla lezione degli evangelii venne sospesa, ed adagiatisi i Sacerdoti, il Cancelliere Tanaglia salito in eminente posto, non senza qualche veemente batticuore, poichè in quel momento la sua audacia l'aveva abbandonato, fattosi universale silenzio, si diede a recitare con voce cattedratica e un po' nasale il preparato funerale elogio.
      Non aveva di certo la sua orazione un nobile incominciamento al pari di quella che venne poco dopo scritta da monsignor Giovanni Della Casa per Carlo Quinto, che così principia: Siccome noi veggiamo intervenire alcuna volta, Sacra Maestà, che quando o cometa o altra nuova luce è apparita nell'aria, il più delle genti rivolte al cielo ecc., la quale orazione non vi sarà alcuno fra' miei lettori (parlo di quelli che sedettero il loro buon paio d'anni sulle panche della rettorica), il quale non l'abbia udita magnificare altamente, e forse senza prendersi poi cura, vedete negligenza! di ponderarla colla dovuta gravità da capo a fondo.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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