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      Procedeva rapida la barca a quella volta scorrendo sulle increspate acque del lago, e non pure le due donne, nuove a quella veduta, ma Falco stesso ed i compagni rematori non poterono astenersi dal riguardare con molta ammirazione le forti e grandiose mura della residenza del Castellano, che sembrava quel giorno aversi un non so quale festivo aspetto, di cui era causa il duplicato numero delle bandiere piantate sulle torri e sui baluardi.
      Pervenuti alla sponda, fermarono la barca poco lungi dalla fila dei legni reduci dalla battaglia, tratti per gran parte in secco, e scesi a terra Falco, Orsola e Rina, si volsero ver' Musso per avviarsi di là al Castello. In mezzo al piano formato dal lido, che si stende a mezzodì dalle ultime case del borgo al torrente Carlazzo, era stato costruito uno steccato a foggia di circo, intorno al quale, onde difendere gli spettatori dai cocenti raggi del sole, vedevansi alzati estesi padiglioni, alcuni riccamente addobbati, uno in ispecie con palchi e sedili distinti riserbato al Castellano, altri formati con tele listate in bianco e azzurro, o con vele sostenute da pali, ed altri finalmente con sole frascate di rami d'alberi trecciati insieme. Presso l'entrata di tale steccato sorgevano due grandi tende circolari perfettamente chiuse, guardate da un uomo d'armi ciascuna, poichè quivi entro stava quanto servir doveva allo spettacolo.
      D'intorno a questo steccato, lungo il lido, e per le strade di Musso, vedeasi una moltitudine di gente convenuta colà da tutto il circostante paese per aver parte ai pubblici sollazzi indicati a quel giorno.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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