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      L'azione ebbe principio dall'uscire che fecero dalla tenda sinistra alquanti uomini con certi strani abiti dintorno con che volevano significarsi Ebrei, i quali, fatte varie militari evoluzioni per lo steccato, s'arrestarono dinanzi alla tenda destra gridando e schiamazzando: s'aprì allora anche questa, e ne apparve fuori una figura altissima e voluminosa, era il gigante Filisteo, che indossava una sopravveste rossa stretta al corpo a mo' dei Ducali, e s'aveva sulla smisurata testa un elmo di latta: reggeva a due mani uno spadone lunghissimo con cui avanzandosi a gran passi trinciava l'aria. Gli Ebrei al suo avvicinarsi fuggirono scompigliati in ogni senso, e dopo molto correre inseguiti da lui, rientrarono nella tenda d'onde erano venuti. Allora il Gigante si condusse in mezzo all'arena e quivi si rattenne appoggiato al suo gran ferro volgendo il capo superbamente dintorno. Mentre esso si stava colà, s'aprì di nuovo la sinistra tenda, e ne uscì un giovinetto vestito da pastore, che rappresentava Davide, il quale girò l'arena mostrando di non avvedersi dei Gigante siccome questi di lui, ma venuto al fine nel mezzo di essa il pastorello mirò Golia facendo un atto di soddisfatta meraviglia come di chi trova quel che va cercando. Il Gigante fe' cenno al pastorello s'allontanasse, ma questi all'incontro diedegli segno d'essere venuto a disfidarlo. Golia indispettito alzò la spada andando con ira verso di lui, ma il giovinetto si ritrasse a moderata distanza, inginocchiossi invocando il soccorso del cielo, indi alzatosi sciolse una corda che il cingeva, la quale s'aveva nel mezzo la reticella che servire doveva di fionda, la caricò d'un sasso, e ruotandola slanciò la pietra nella testa al Filisteo, che dopo aver barrollato per alcuni istanti, cadde con gran tonfo riverso al suolo: allora il giovinetto, piegate di nuovo le ginocchia, rese grazie della vittoria al Signore, indi levò di mano al Gigante il ponderoso ferro e con quello gli spiccò il capo, ch'era artefatto e dipinto, e andava unito con cordicelle all'imbusto, entro cui stava un uomo de' più alti e vigorosi che vedeva fuori per due buchi praticati nella sopravveste.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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